
I sapori della seduzione su NoiDonne
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Undici donne raccontano la loro vita e i loro amori con altre donne durante gli anni Cinquanta, il decennio più moralista e bigotto della nostra storia recente. Amori vissuti nella clandestinità, spesso coperti dalla rispettabilità di un’amicizia, consumati in fretta, a casa, con l’alibi di un invito, in assenza dei mariti. Amori che non potevano uscire delle mura domestiche per evitare lo scandalo o, ancora peggio, le cure psichiatriche imposte a chi era anche solo sospettata di lesbismo.
Una serie di testimonianze su un argomento ancora in parte tabù in Italia, narrato con ironia e con il gusto di raccontare l’illecito e il sotterfugio scanzonato. Il tutto condito dalle ricette di manicaretti d’altri tempi.
Io penso che la doppia vita in Sicilia fosse possibile, tante donne ce l’avevano. Io, dopo, quando ho capito tante cose, anche senza avere delle prove, ho dedotto che c’erano delle storie tra donne. Perché le donne si frequentavano molto tra di loro, ma questi non erano solo ginecei di solidarietà, c’era anche affetto, amore, per esempio, tra le amiche di mia madre c’erano delle donne sposate legatissime tra loro… ce n’erano tante! Ricordo una volta che una mia parente stava sempre assieme ad un’altra e sicuramente c’era qualcosa tra loro, erano una cosa sola. Lei era un po’ più grande di me. E dormivano nella stessa stanza, perché una era di Messina, la mia parente, l’altra era la figlia del medico condotto del paese che studiava a Messina e siccome le famiglie erano amiche, invece di dormire in collegio, una stava in questa casa, ospite, e dormiva nella stessa stanza dell’altra. Ma non era tanto per questo, era per come io le vedevo insieme: studiavano sempre insieme, stavano sempre insieme. Però poi parlavano di fidanzati, non l’avevano il fidanzato, ovviamente, però parlavano di fidanzati in continuazione.
Negli anni io ho ripensato spesso a questo episodio, a questo bacio inaspettato: una donna che comunque aveva i suoi ventisei, ventisette anni, che ha accolto il mio piacere, il mio desiderio così inequivocabilmente… è vero, il fatto che io le abbia addentato il dito significava qualcosa, ma era anche inconscio, diciamo, questo desiderio, per me, cioè, sapevo che mi piacevano le donne, ero cosciente di questo fatto, però nel mio desiderio non era precisato un rapporto, no? Tutto sommato ero ancora una ragazzina. Ma lei l’ha accolto questo desiderio, quindi era all’erta, era qualcosa che conosceva, a cui pensava.
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Introduzione
Laura Schettini
Ringraziamenti
Premessa
Le ricette di Sara
Le ricette di Mariangela
Le ricette di Silvia
Le ricette di Edda
Le ricette di Matilde
Le ricette di Giovanna
Le ricette di Nadia
Le non-ricette di Cristiana
Le ricette di Fufi
Le ricette di Paola
Il dessert di Lidia
Bibliografia