Suicidi

I suicidi, eventi drammatici come pochi altri, hanno da sempre costituito una sfida per l’immaginazione sociologica. Se Emile Durkheim aveva dimostrato le capacità esplicative della sociologia, le sociologie costruzioniste – e, in particolare, interazionismo simbolico, etnometodologia, fenomenologia – hanno operato la resa dei conti con gli approcci positivisti.

I saggi che qui presentiamo offrono una summa di grande interesse dei modi originali con cui le sociologie costruzioniste hanno re-immaginato lo studio dei suicidi andando oltre la rigidità dello schema “cause e cure” degli approcci positivisti ed arricchendo di sfumature la nostra comprensione del fenomeno.

Di fronte a un panorama sociologico per cui lo studio del suicidio è ancora sinonimo di analisi durkheimiana e di dati statistici, i testi offerti per la prima volta in traduzione italiana illustrano l’inventiva metodologica e interpretativa delle sociologie costruzioniste e la loro capacità di illuminare aspetti inediti, tra tutti la natura socialmente costruita dei suicidi e la capacità individuale di proiettare significati oltre la morte.

Le teorie sociologiche del suicidio

Dato l’ambito di questo saggio, non mi dilungherò in una discussione critica delle precedenti teorie sociologiche del suicidio, ma mi limiterò ad offrire alcune indicazioni generali per mostrare come la mia ipotesi differisca dalle altre. Va evidenziato che Durkheim (1897), Gibbs e Martin (1964), Henry e Short (1954), Powell (1950) hanno in comune il fatto che le loro teorie si basano essenzialmente sull’analisi dei tassi ufficiali di suicidio. Le loro teorie consistono principalmente in una spiegazione di questi tassi ufficiali, compiuta attraverso l’attribuzione di un significato alle correlazioni individuate tra i tassi e certe condizioni sociali. Non fanno riferimento a casi concreti di persone suicide, alle loro credenze o a cosa hanno lasciato scritto.

Alcuni di loro, mentre usano la comune base dell’analisi statistica dei tassi ufficiali di suicidio, incorporano anche concetti psicologici e psicoanalitici. In fondo, anche Durkheim era consapevole che se si ritiene che le norme sociali agiscano come costrizioni, allora devono essere interiorizzate. Anche se lo ha riconosciuto, non si è mai occupato di studiare come ciò avvenisse. La mia ipotesi non solo riconosce che le norme devono essere interiorizzate se si ritiene che agiscano come costrizioni sugli individui (o inversamente, che le costrizioni delle norme interiorizzate devono essere superate se si vuole agire contrariamente ad esse), ma descrive tale processo e quando avviene. L’ipotesi considera anche il suicidio come un fatto sociale che trova le sue cause in altri fatti sociali, ma differisce dall’ipotesi di Durkheim in quanto si impegna a definire questi fatti sociali attraverso l’analisi dei messaggi dei suicidi.

Le basi dell’ipotesi

I dati e le osservazioni sui quali è fondata l’ipotesi derivano da due fonti principali: 112 messaggi di suicidi di adulti e di adolescenti avvenuti nell’area di Los Angeles, e le osservazioni da me raccolte attraverso la partecipazione a una ricerca, durata due anni e mezzo, su adolescenti che avevano tentato il suicidio.

Mentre la partecipazione a quest’ultima ricerca mi ha fornito molte valide indicazioni per l’ipotesi, i dati sui quali quest’ultima è basata sono stati ricavati dai 112 messaggi di suicidi prima menzionati. Il saggio illustrerà un campione di messaggi tratto dalle diverse categorie da me identificate. I messaggi saranno analizzati e discussi attraverso un modello teorico pensato per fornire un resoconto delle decisioni consapevoli che avvengono prima che l’individuo sia capace di prendere in considerazione l’atto del suicidio e poi darvi luogo. Quest’ultimo è inquadrato dentro il più ampio contesto di ciò che l’individuo ha provato per diventare capace di quelle argomentazioni verbali. I messaggi forniscono la base per l’ipotesi e nello stesso tempo offrono al lettore un mezzo per verificarne la validità. Ritengo che tale verifica non abbia valore solo per questi specifici messaggi, ma per qualsiasi insieme di messaggi provenienti dallo stesso ambiente culturale.

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Indice

La costruzione sociale dei suicidi
di Enrico Caniglia e Cirus Rinaldi

Il ragionamento sociologico pratico: alcune caratteristiche del lavoro del Centro per la prevenzione del suicidio di Los Angeles
Harold Garfinkel

La ricerca di aiuto: nessuno a cui rivolgersi
Harvey Sacks

L’analisi sociologica dei significati sociali sul suicidio
Jack D. Douglas

Uno studio fenomenologico sui messaggi dei suicidi
Jerry Jacobs

Reazioni sociali al suicidio: il ruolo delle definizioni del coroner
J. Maxwell Atkinson

Produrre suicidi
James L. Wilkins

Collana:
ISBN: 978-88-31222-65-5
Pagine: 228
Formato: 15 x 21 cm
Enrico Caniglia
Enrico Caniglia
Cirus Rinaldi
Cirus Rinaldi
9788831222655 SuicidiSuicidi
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