Mito e simbolo negli archetipi musicali

Oriente E Occidente Tra Simbologie E Miti Antichissimi

Oriente e Occidente tra simbologie e miti antichissimi, due mondi diversi uniti da uno stesso patrimonio culturale musicale.

È questo, in breve, il tema sviluppato nel saggio pubblicato da PM Edizioni, “Mito e simbolo negli archetipi musicali. Lo sguardo del Romanticismo verso l’Oriente”, di Alessandro Decadi, attualmente cultore della materia per la cattedra di Estetica e Filosofia della Musica presso l’Università di Roma Tor Vergata, nonché dottorando in filosofia del linguaggio.

“Questo studio nasce dalla passione per le filosofie orientali” spiega l’autore, “e dalla ricerca di possibili punti di contatto tra la cultura occidentale ed orientale” e di “una verità comune” a entrambe. Una ricerca che certamente “non poteva sfuggire anche alla visione e a quella forma mentis che un musicista ha in sé e che lo porta a cercare anche nel linguaggio musicale quell’unità perduta”.

L’intento viene perseguito da Decadi attraverso il metodo della comparazione di testi che spaziano dalla mistica antica e i racconti allegorici orientali e occidentali, alla mitologia e la filosofia greche, fino ad approdare alle opere del primo Romanticismo tedesco, epoca in cui linguisti, letterati e filosofi si rivolsero all’Oriente con rinnovato interesse, influenzando poi a loro volta anche le arti musicali, tra cui l’estro compositivo di Mozart, Beethoven, Wagner.

Punto di partenza dell’analisi, i libri dell’Antico Testamento e i Veda, testi filosofico-religiosi indiani risalenti al 1500 a.C. È lo stesso autore a spiegare la scelta di queste fonti chiarendo come “lo studio dell’origine della tradizione musicale (…) debba necessariamente essere visto in relazione ad altri elementi culturali, spingendosi sino ai primordi dell’uomo e precisamente fino alle sacre scritture che contengono spiegazioni circa la creazione del cosmo e del mondo”.

Ed è qui che l’autore abbraccia un punto di vista originale nella narrazione della Creazione. Essa è infatti definita come un “evento sonoro che vede il mondo attuale come una manifestazione musicale del Divino e come materializzazione del suono”. Il processo creativo che dà origine alla vita è quindi anche un avvenimento di natura acustica che rompe il silenzio del cosmo e si manifesta “attraverso una parola, un canto di lode, un grido, il tuono o addirittura il suono emesso da uno strumento musicale”.

Un rapporto strettissimo pertanto quello tra creatività, suoni e musica, nel quale quest’ultima “ha un’origine metafisica e superiore che ricongiunge l’uomo al tutto” e che, con il suo linguaggio universale, crea legami, cattura, emoziona, influenza stati d’animo ed è capace, nel suo senso più alto, di generare la Katharsis di cui parlava Aristotele secondo il quale, spiega l’autore, la musica “fa bene all’anima e quando ci si serve di canti, anche sacri, per il piacere dell’anima, essa viene placata e purificata come se fosse una cura”.

Una scrittura fluida e scorrevole quella di Decadi, rivolta non solo agli “addetti ai lavori” del mondo accademico, ma anche ad un pubblico più vasto ed eterogeneo interessato ad approfondire i temi affascinanti relativi alle origini della musica.

Laura Giordano

Fonte: UnfoldingRoma

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