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Il lavoro, nonostante rappresenti un diritto e un dovere del cittadino, può generare disuguaglianze e discriminazione. I fattori che possono indurre a disparità di trattamento sono il genere, l’età, l’etnia, la religione, la disabilità, ma anche l’orientamento sessuale e l’identità di genere. In quest’ultimo caso, si ripropongono e riconfermano le discriminazioni provenienti da una società eteronormativa ed eterosessista, identificabili non solo come aggressione fisica, maltrattamento, ma anche, e soprattutto, aggressione psicologica. Per ovviare a questo problema le aziende, negli ultimi anni, hanno iniziato a puntare su nuove strategie di gestione del personale, scommettendo sulla “differenza come valore”. Le politiche di Diversity Management – non molto diffuse a livello nazionale, ma di grande rilevanza a livello internazionale – hanno iniziato ad identificare anche i lavoratori Lgbt come surplus necessario di innovazione, competitività e progresso.
Il volume presenta un primo approfondimento sulle disuguaglianze e sulle discriminazioni che i lavoratori Lgbt possono subire; una seconda sezione è dedicata alle politiche di Rainbow Diversity Management; la terza propone un affondo sul mondo del lavoro italiano e le ricerche condotte sul tema, per terminare con i risultati di uno studio di caso. Si tratta del primo progetto nazionale antidiscriminazioni promosso dall’UNAR – Diversity on the Job – analizzato attraverso l’approccio innovativo della Social Network Analysis.
€ 12,00 € 10,00