Cybermigration

La dimensione digitale dell’immigrazione: media, istituzioni e sicurezza

La situazione emergenziale connessa al fenomeno migratorio, resa ancora più critica dagli effetti della pandemia di Covid-19, ha posto in rilievo la necessità di garantire nuove strategie di integrazione culturale per agevolare l’accoglienza degli stranieri, assicurare l’accesso ai servizi pubblici e prevenire ogni forma di discriminazione. Tra le sfide più complesse che le istituzioni devono oggi affrontare vi è quella di promuovere una comunicazione di servizio, in sinergia con i media locali e le tecnologie digitali, per favorire l’inclusione sociale di migranti e rifugiati alla vita della comunità e limitare le disuguaglianze sociali e culturali.

Tali aspetti sono stati affrontati all’interno del volume al fine di individuare e analizzare strumenti di dialogo più efficaci tra operatori sociali e dell’informazione, tra i centri servizi immigrati, enti territoriali e la comunità autoctona e straniera.

L’aspetto originale del lavoro qui presentato risiede nella valutazione di possibili nuove strategie socio-comunicative che le istituzioni potrebbero attuare per favorire l’integrazione culturale e nell’analisi dei rischi e delle conseguenze derivanti dall’uso improprio della tecnologia digitale, per identificare azioni correttive ed educative da promuovere attraverso i social media.

Le Nazioni Unite (2000) definiscono il traffico di persone come un’attività criminale organizzata, che ha luogo oltre i confini nazionali e che consiste nel reclutamento, nel trasporto, trasferimento o nella ricezione di persone, mediante la minaccia o l’uso della forza o altre forme di coercizione, di rapimento, di frode, di inganno, di abuso di potere, ricevendo pagamenti o benefici per ottenere il consenso di una persona che ha il controllo su un’altra, a scopo di sfruttamento della prostituzione altrui o di altre forme come quella sessuale, lavoro forzato o schiavitù compresa la rimozione e vendita di organi (United Nations Office On Drugs And Crime 2004).

I trafficanti gestiscono questo business redditizio, facendo uso oggi anche delle ultime tecnologie disponibili per celare le loro attività criminali; il successo della Rete ha quindi fornito non solo un accesso rapido alle informazioni, ma suggerito modi più rapidi ed efficienti per far funzionare il crimine organizzato. Secondo l’Fbi nell’84,3% dei casi i trafficanti usa internet per la tratta di migranti e lo sfruttamento sessuale, pubblicizzando le vittime ai clienti su vere e proprie piattaforme (Lambruschi, 2019).

Nell’epoca pre-digitale la figura del trafficante deteneva un enorme potere e poteva essere contattato esclusivamente attraverso intermediari che offrivano servizi perlopiù oscuri e richiedevano una buone dose di fiducia a chi decideva di fare affidamento a loro (Schiesaro 2018).

Usufruendo dell’infrastruttura digitale il trafficante si muove all’interno dello spazio pubblico e i servizi offerti sono moltiplicati e di gran lunga più visibili all’interno di canali come Twitter e Facebook, che promuovono pagine e informazioni di carattere promozionale legate a città europee (mete di immigrazione) o ai mezzi di trasporto più economici per raggiungerle attraverso generosi pacchetti offerta.

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Indice

Introduzione
Obiettivi della ricerca e metodologia di analisi
Metodologia utilizzata nel lavoro di ricerca

1. Integrazione e comunicazione nel mondo globalizzato
1.1 Mutamenti relazionali e spazio-temporali
1.2 Culture e comunità
1.3 Modelli d’integrazione nella sfera pubblica transnazionale
1.4 Pregiudizio culturale e delle tecnologie

2. L’Altro nella società digitale
2.1 L ’estraneità nello spazio interconnesso
2.2. Linguaggio e narrazione
2.3 I media etnici

3. Oltre le logiche dei media
3.1 Incertezze e pratiche nei nuovi media
3.2 Mediatizzazione e logiche mediali
3.3 Verso la “Media-azione”

4. La rappresentazione mediatica del fenomeno migratorio
4.1 Definizioni e identità migranti
4.2 I migranti nei media tradizionali e digitali
4.3 Crimine e narrazione mediale

5. La percezione dell’immigrazione nei giovani
5.1 Discorsi d’odio e livelli di rischio tecnologico online
5.2 Uno sguardo sui giovani: media, immigrazione e ruolo delle istituzioni
5.3 Informazione e uso dei media
5.4 Immigrazione e rappresentazione
5.5 Istituzioni, comunicazione e flussi migratori

6. Immigrazione e istituzioni locali. Il caso studio della Regione Marche
6.1 Dal globale al locale
6.2 La comunicazione di servizio per gli immigrati
6.3 Politiche di comunicazione e istituzioni
6.4 Il rapporto con i media locali
6.5 La dimensione “polifonica” dei media

7. Social media e network migratorio nel territorio marchigiano
7.1 Cybermigrants: migranti digitali
7.2 Medium come luogo
7.3 Connettività e usi sociali dei media
7.4 I rischi tecnologici per i migranti
7.5 Verso una gestione e/o una sorveglianza digitale delle migrazioni?

Conclusioni

Bibliografia

Sitografia

Ringraziamenti

Collana:
ISBN: 978-88-31222-70-9
Pagine: 244
Formato: 15 x 21 cm
Giacomo Buoncompagni
Giacomo Buoncompagni
9788831222709 Cybermigration. La dimensione digitale dell'immigrazioneCybermigration
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