Comunicare la testimonianza

Il Dicastero per la Comunicazione nella riforma curiale

Nel tentativo di delineare un profilo strategico delle attività comunicative della Chiesa a metà strada fra diritto e pastorale, il volume analizza genesi, funzione ed obiettivi del Dicastero per la Comunicazione, gettando uno sguardo sulla questione del rapporto fra Chiesa e mezzi di comunicazione in chiave storico-giuridica ed istituzionale, per poter ricostruire i principi ispiratori, gli assetti istituzionali e le trasformazioni recenti intervenute sotto il pontificato di papa Francesco, secondo un impianto ed un metodo che cercano di tenere adeguatamente conto della prospettiva multidisciplinare.

L’analisi prende avvio dai precedenti storici della formazione dell’organismo curiale, per poterne cogliere le origini, tracciarne l’evoluzione, esaminarne struttura e funzione, rilevarne peculiarità e regolamentazione, prospettarne le sfide future, inquadrarne compiti e finalità all’interno della recente riforma sulla Curia Romana attuata con la Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, in cui si riconosce con chiarezza l’impronta magisteriale di un Pontefice che ha fatto della comunicazione un aspetto centrale del suo pontificato.

II. Per un nuovo sistema comunicativo della Chiesa

2.1 Dal Pontificio Consiglio alla Segreteria per la Comunicazione

L’iter di riforma che ha condotto dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali all’istituzione della Segreteria per la Comunicazione ha radici lontane, che partono proprio dalla specifica “missione” pastorale assegnata a tale organismo. Che la fisionomia di quel vasto complesso di organismi costituiti a supporto dell’attività del Sommo Pontefice, denominato “Curia Romana”, abbia subito e continui a subire, dalle remote origini alla sua configurazione attuale, innovazioni e cambiamenti nella sua struttura e nelle attribuzioni delle sue competenze al fine di renderla sempre adeguatamente rispondente alle necessitates temporum ed in grado di affrontare in maniera efficace ed incisiva le questioni interne alla stessa Chiesa, sottolineando il forte impegno della Sede Apostolica nel dialogo ecumenico ed interconfessionale, risulta storicamente evidente. Così come chiaro è il fine delle riforme curiali volute dai Pontefici nel corso del tempo, tutte proiettate verso l’esaltazione della Chiesa quale «sacramento universale di salvezza per il mondo».

Ciò risulta particolarmente evidente nel campo della comunicazione, sempre oggetto di cura ed interesse da parte della Chiesa, com’è stato brevemente segnalato nel precedente capitolo; bisognerà però aspettare il pontificato di Pio XII per vedere istituzionalizzato per la prima volta in un apposito organismo l’interesse per questo settore. Infatti, papa Pacelli il 17 settembre 1948 istituiva la Pontificia Commissione per la Cinematografia Didattica e Religiosa, la cui fisionomia veniva ulteriormente definita con il Motu Proprio di Paolo VI In fructibus multis del 2 aprile 1964, assumendo il nome di Pontificia Commissione per le Comunicazioni Sociali, cui veniva affidato lo studio e l’analisi propositiva dei problemi riguardanti il cinema, la radio, la televisione e la stampa periodica e quotidiana negli aspetti concernenti gli interessi della religione cattolica. I compiti ad essa assegnati venivano ampliati ed integrati di anno in anno, di pari passo con il mutare dei “segni dei tempi” in tema di comunicazione, che la Commissione leggeva, comprendeva ed interpretava alla luce di quello spirito pastorale proprio della missione di governo della Chiesa. La sua composizione venne disegnata in maniera completa in epoca post-conciliare ed il suo nome mutato in quello di Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali da Giovanni Paolo II, il 1 marzo 1989, a seguito della riforma attuata dalla Pastor Bonus, inserendolo a pieno titolo fra i Dicasteri della Curia Romana. Le sue funzioni erano puntualmente indicate dall’art. 169 della predetta Costituzione Apostolica in questi termini: «si occupa di questioni che riguardano gli strumenti di comunicazione sociale, affinché anche per mezzo di essi il messaggio della salvezza e l’umano progresso possano servire all’incremento della civiltà e del costume», precisando che nell’adempimento dei suoi compiti «il Pontificio Consiglio deve procedere in stretto collegamento con la Segreteria di Stato».

Rassegna stampa

Chiesa e comunicazione: una lunga storia

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Indice

Premessa
I. Chiesa e comunicazione: una lunga storia
1.1 Dalle origini ai primi decenni del Novecento
1.2 Il XX secolo: papato e nuovi strumenti di comunicazione

II. Per un nuovo sistema comunicativo della Chiesa
2.1 Dal Pontificio Consiglio alla Segreteria per la Comunicazione
2.2 Dalla Segreteria per la Comunicazione al Dicastero
2.3 Il processo di redazione dello Statuto

III. La comunicazione nell’azione della Chiesa fra pastorale e diritto
3.1 Magistero pontificio e comunicazione da Benedetto XV a Benedetto XVI
3.2 La normativa canonica sugli strumenti di comunicazione (CIC 1917-CIC 1983)
3.3 Le nuove sfide del mondo digitale per la Chiesa
3.4 La Comunicazione nello stato di emergenza: Chiesa e Covid

IV. Il Dicastero nella Praedicate Evangelium
4.1 I principi della riforma e la comunicazione
4.2 Il Dicastero nella riforma di papa Francesco
4.3 Sinodalità e comunicazione nella Curia

V. Il magistero di papa Francesco sulla comunicazione
5.1 «La comunicazione a servizio dell’incontro»
5.2 «La comunicazione deve essere testimonianza»
5.3 «Comunicare la misericordia»

Conclusioni

Le sfide future del Dicastero

Appendice
«Sinodalità e cooperazione al centro del Dicastero». Dialogando col Prefetto Paolo Ruffini. Dicastero per la Comunicazione, 21 luglio 2022
Materiale documentale e fotografico pubblicato con l’autorizzazione della Segreteria di Stato Vaticana rilasciata in data 21 novembre 2022

Bibliografia

Sitografia
Indice dei nomi

Collana:
ISBN: 979-12-5534-018-8
Pagine: 344
Formato: 12 x 16,5 cm
Daniela Tarantino
Daniela Tarantino
Comunicare la testimonianza - Daniela Tarantino

Comunicare la testimonianza

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