Il cinèfago

Vita, incontri, avventure lungo sessant’anni di grande cinema e... altro

A cura di Paolo Albiero

Il volume, attraverso la carriera cinematografica di Giovanni Fago, lunga oltre sessant’anni, ricostruisce pagine storiche del cinema e della televisione italiana. Come assistente e aiuto alla regìa prima, e successivamente come regista, Fago ha calcato i set di moltissimi film, alcuni dei quali hanno fatto la storia del cinema italiano.

La sua enciclopedica memoria, lucida e sagace, ci regala una sterminata galleria di ricordi e di ritratti degli incontri di una vita: tanti volti e storie, che si intrecciano dentro e fuori il set, spesso divertenti, talvolta drammatici, mai banali. C’è questo e molto altro nel libro di Fago: ci sono i suoi ricordi di instancabile viaggiatore, dalle foreste sudamericane ai deserti del Nord Africa; ci sono le letture di un intellettuale onnivoro; c’è l’amore per la musica; c’è capacità di analisi critica e ancor più autocritica; c’è l’impegno e la tensione sociale di un uomo che non ha mai smesso di porsi domande sul senso del suo viaggio umano e professionale.

Un volume snello, denso e coinvolgente, che raccoglie i ricordi di uno degli ultimissimi testimoni della stagione d’oro del cinema italiano.

I trucchi del mestiere, il mestiere dei trucchi

Nella mia carriera ho avuto la fortuna di collaborare con alcuni tra i più apprezzati registi del cosiddetto cinema “popolare” italiano, tutti abilissimi conoscitori del mezzo tecnico: Freda, Margheriti e Fulci. La versatilità è stata da sempre una mia caratteristica. Ho cercato esperienze molto diverse tra loro, per scelta non ho mai voluto fossilizzarmi in una sola collaborazione. Dico questo – sia chiaro – con tutto il rispetto di chi per tutta o per buona parte della carriera ha fatto l’aiuto di un unico regista. Considero la versatilità un vantaggio perché proprio la varietà di esperienze mi ha messo nella condizione di valutare tante “scuole”, tante esperienze professionali, artistiche, di talento e umane. Anche dal punto di vista della pratica, c’è sempre da imparare: non ho mai storto il naso di fronte a un film. Con Lucio Fulci ho preso parte a numerose pellicole con Franchi e Ingrassia, allora considerate produzioni di rango inferiore, ma io non ritenevo che sminuissero la mia professionalità: è lavoro, e ho imparato molto anche lì.

Certe strutture, certi trucchetti, i tempi della commedia. Ho sempre dichiarato pubblicamente che da Fulci ho imparato tanto, dal punto di vista della tecnica, della velocità di ripresa, della capacità di inventarsi dei marchingegni per realizzare certe scene. Ne racconto uno, a mo’ di esempio, che ormai non è più una scoperta per nessuno, ma per me allora lo fu. Immaginiamo di dover girare la scena di una persona seduta in macchina, ferma, che subito dopo deve partire a razzo. Una situazione apparentemente banale, ma che per essere resa in modo efficace può creare alcune difficoltà di ripresa. Lucio aveva un sistema per rendere bene l’idea della velocità del mezzo: si partiva da un primo piano dell’attore al volante, che magari diceva le sue battute, e poi, invece che fare partire la macchina, era la macchina da presa che faceva una breve panoramica a schiaffo dalla parte opposta. In montaggio, si aggiungeva in sequenza un pezzo con la macchina già partita a razzo e il tutto risultava credibile. Questo sistema, col senno di poi, può sembrare l’uovo di Colombo, ma io prima di Lucio non l’avevo mai visto fare a nessuno. Il mestiere di regista è pieno di questi espedienti ed accorgimenti, in cui Lucio era maestro. Da lui ho imparato a girare tenendo d’occhio sia lo stile, sia le necessità della produzione, e in questo modo tutto diventava più facile. Ma saperlo fare bene non era affatto facile.

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Indice


ISBN: 978-88-31222-20-4
Pagine: 240
Formato: 15 x 21 cm
Giovanni Fago
Giovanni Fago
Paolo Albiero
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Giovanni Fago - Il cinèfagoIl cinèfago
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