Frodi IVA e ruolo della Procura europea

Il fenomeno delle frodi IVA è stato definito, da una recente e autorevole inchiesta di giornalismo investigativo, come la più “grande rapina” del secolo. I rappresentanti di Europol hanno stimato, già 10 anni fa, in 40-60 miliardi di euro la perdita annuale di gettito IVA negli Stati membri a causa delle frodi all’IVA intracomunitaria, spesso imputabili a veri e propri gruppi criminali organizzati. La Corte dei conti europea, nel 2015, lamentava l’assenza di una strategia integrata a livello dell’UE per condurre indagini e contrastare tali minacce. Ora, però, scenderà in campo la Procura europea che avrà il compito di contrastare, tra gli altri, i più gravi fenomeni di evasione di IVA intracomunitaria ovvero quelli inseriti in sistemi fraudolenti che coinvolgono quantomeno due Stati membri e che comportano un mancato gettito IVA almeno pari a 10 milioni di euro. L’istituzione della Procura europea, che nel corso del 2021 diverrà pienamente operativa, è una novità epocale destinata a rivoluzionare completamente il contrasto ai più gravi reati lesivi degli interessi finanziari dell’Unione europea. Fra questi reati, le frodi IVA, non solo per dimensioni e diffusione del fenomeno, rappresentano la più grande sfida del nuovo assetto ordinativo ed istituzionale.

Al fine di contrastare le frodi in materia di imposta sul valore aggiunto, il Legislatore – sia europeo che nazionale – da una parte, e la giurisprudenza, dall’altra, si sono fatti carico di introdurre strumenti di prevenzione e repressione del fenomeno, a livello amministrativo e penale.
Muovendo dal disconoscimento del diritto alla detrazione da parte del cessionario consapevolmente partecipe al meccanismo fraudolento e dall’introduzione di forme di solidarietà passiva a suo carico, il Legislatore nazionale ha introdotto deroghe all’ordinario meccanismo applicativo dell’IVA (reverse charge) nonché specifici oneri comunicativi in capo agli operatori economici.
Il riferimento è, in particolare, all’articolo 21 del d.l. 31 maggio 2010, n. 78 che ha introdotto nel nostro ordinamento l’obbligo di comunicazione telematica, dapprima, delle operazioni rilevanti ai fini IVA di importo non inferiore a 3.000 euro (“spesometro”), poi, dal 2017, dei dati analitici di tutte le fatture emesse e di quelle ricevute e registrate.
Da ultimo, sempre con l’intento di aumentare la capacità di prevenzione e contrasto dell’evasione fiscale, in generale, e delle frodi IVA, in particolare, con la legge n. 205 del 27 dicembre 2017 (legge di bilancio 2018) è stato introdotto l’obbligo di fatturazione elettronica per le cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate tra soggetti residenti, stabiliti o identificati nel territorio dello Stato.
Per effetto dell’entrata in vigore della fatturazione elettronica, l’obbligo comunicativo di cui all’art. 21 d.l. n. 78/2010 è stato abolito ed è stato introdotto un nuovo adempimento comunicativo relativo ai dati identificativi delle operazioni di cessione di beni e prestazione di servizi transfrontaliere (c.d. “esterometro”).

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Indice

Premessa

1. L’imposta sul valore aggiunto negli scambi intracomunitari
1. Premessa
2. Il regime degli scambi intracomunitari: profili attuali e prospettive evolutive
2.1 Il regime transitorio
2.2 Acquisti intracomunitari
2.3 Cessioni intracomunitarie
2.4 Obblighi dichiarativi connessi alle operazioni intracomunitarie
2.5 Archivio VIES

2. Le frodi IVA
1. Le frodi “carosello”
1.1 Caratteristiche del missing trader
2. Esportatore abituale e frode fiscale
2.1 Il regime delle cessioni all’esportazione
2.2 I meccanismi di frode connessi alle esportazioni
2.3 Le misure di semplificazione della dichiarazione d’intento relative all’applicazione dell’IVA
2.4 Emissione ed utilizzo di false lettere di intento: gli orientamenti della giurisprudenza di legittimità
3. Il regime del deposito fiscale ai fini IVA e i meccanismi fraudolenti
3.1 Il deposito fiscale e la fatturazione elettronica
3.2 Le condotte fraudolente connesse all’utilizzo del deposito fiscale

3. Gli strumenti di contrasto alle frodi IVA
1. Il contrasto alle frodi IVA
1.1 Diniego della detrazione e solidarietà passiva del cessionario
1.2 Fatture per operazioni inesistenti: la disposizione dell’articolo 21, comma 7, del D.P.R. n. 633/1972
2. Il reverse charge nella disciplina unionale e nazionale
3. La fatturazione elettronica nella strategia di contrasto alle frodi IVA
4. La repressione penale delle frodi IVA
4.1 Il concetto di inesistenza
5. La strategia nazionale e il ruolo della Guardia di Finanza nel contrasto delle frodi all’IVA
6. L’utilizzo ai fini fiscali di dati ed elementi acquisiti nel corso delle indagini di polizia giudiziaria
6.1 L’utilizzo ai fini fiscali dei dati acquisiti nell’ambito di attività “antiriciclaggio”
6.2 Le segnalazioni ex art. 36 del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600
6.3 L’efficacia delle risultanze fiscali nel processo penale

4. La strategia di tutela degli interessi finanziari dell’Unione Europea mediante il diritto penale e i suoi riflessi in ambito penal-tributario
1. La direttiva (UE) 2017/1371, relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale
2. L’European Public Prosecutor’s Office (EPPO)
2.1 Il funzionamento della Procura Europea
3. Gli effetti, in tema di cooperazione internazionale, della Direttiva PIF con specifico riferimento alle novità relative ad Eurojust e all’OLAF
3.1 Il rinnovato ruolo di Eurojust.
3.2 Il ruolo dell’OLAF
4. Le frodi IVA nel mirino dell’OLAF
4.1 Dalle truffe ai danni degli stanziamenti dell’UE alle frodi carosello all’IVA intracomunitaria
4.2 Come cambierà l’attività dell’OLAF non appena diventerà operativa la Procura Europea?
4.3 Il ruolo di OLAF per come delineato dalla Direttiva PIF
4.4 I rapporti tra la neoistituita Procura europea e l’OLAF

5. L’attuazione della Direttiva PIF in Italia e il suo impatto sul D.Lgs. 74/2000
1. Le recenti modifiche alla normativa penal-tributaria
2. La responsabilità amministrativa degli enti per fatti costituenti reati tributari
2.1 Sanzioni pecuniarie e sanzioni interdittive
2.2 Le tipologie di confisca previste dal D.Lgs.. n. 231/2001
2.3 L’impatto sui Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo e i rapporti con i Tax Control Framework

6. Profili problematici scaturenti dalle norme in esame
1. Possibili criticità circa l’estensione della responsabilità amministrativa degli enti ai reati tributari
2. I rapporti tra i plurimi strumenti di aggressione patrimoniale dei profitti dell’evasione fiscale
2.1 L’obbligatorietà delle misure cautelari contemporaneamente applicabili in caso di delitti tributari
2.2 Una possibile illogicità di sistema nella confisca dei profitti dell’evasione fiscale

Bibliografia


ISBN: 978-88-31222-77-8
Pagine: 154
Formato: 15 x 21 cm
Antonella Casazza
Roberto Lupo
978-88-31222-77-8 Frodi IVA e ruolo della Procura europeaFrodi IVA e ruolo della Procura europea
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