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Il testo presenta un’analisi longitudinale del concetto di empatia, indagandola e trattandola all’interno di due prospettive, sociologica e neurosociologica. A partire dai classici, Weber, Husserl, Schütz e Simmel su tutti, giunge ad analizzare la scoperta dei neuroni specchio, fatta dal team di Rizzolatti, per comprenderne l’evoluzione concettuale. Proponendo, infine, una chiave di lettura dell’analisi dell’empatia attraverso la digitalizzazione, per indagini future.
II. L’approccio trans-disciplinare: i motivi della scelta
All’interno di questo capitolo verrà trattato l’approccio scientifico del lavoro di ricerca. In particolare, la motivazione che ha spinto verso la scelta dell’approccio transdisciplinare risiede nella sua unicità nel restituire al dialogo tra le scienze quei concetti che attualmente appartengono ad universalismi scientifici. Difatti la transdisciplinarità è un approccio scientifico ed intellettuale che mira alla piena comprensione della complessità del mondo presente (Cerulo, 2010). Il termine transdisciplinarità è stato introdotto dal pedagogista e filosofo Jean Piaget nel 1970. Piaget, ad esempio, offriva la seguente definizione di transdisciplinarità: «ci auguriamo di vedere in futuro lo sviluppo delle relazioni interdisciplinari verso uno stadio superiore che potrebbe essere indicato come “transdisciplinare”, che non dovrà essere limitato a riconoscere le interazioni o le reciprocità attraverso le ricerche specializzate, ma che dovrà individuare quei collegamenti all’interno di un sistema totale senza confini stabili tra le discipline stesse» (Piaget 1971).
Successivamente, nel 1985, il fisico teorico Basarab Nicolescu (1942), aggiunse e ampliò la definizione di Piaget, evidenziando che la formulazione precedente poteva indurre a trasformare la transdisciplinarità in una super-disciplina. Nicolescu, dunque, introdusse il concetto di “oltre le discipline” e sviluppò la sua idea, descritta in La transdisciplinarité, Manifeste (Nicolescu, 1996). Il suo approfondimento partì dalla sua esperienza in fisica quantistica e non soltanto da un semplice adeguamento etimologico del prefisso “trans” (ibidem). Potrebbe sembrare un paradosso che dalla fisica quantistica si sia giunti alla concettualizzazione puntuale della transdisciplinarietà, eppure, egli spiega che «non si tratta di una nuova disciplina in senso stretto, ma di una nuova “attitudine”, un nuovo approccio intellettuale, culturale e operativo, per costruire una realtà migliore per le generazioni future. Non si tratta della costituzione di un “discorso sopra i discorsi”, né di una nuova scienza che si ponga come una nuova epistemologia delle discipline così come le conosciamo al presente» (ivi, p. 34). La transdisciplinarità viene definita da Basarab Nicolescu con tre postulati metodologici: 1) l’esistenza di differenti gradi di realtà, di percezione e di conoscenza; 2) la logica del terzo incluso; 3) la complessità.
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