Diritto del lavoro dell’Unione Europea

Parte generale

Nel presente volume sono esaminati i profili istituzionali e taluni aspetti di diritto materiale dell’ordinamento giuridico dell’Unione europea in materia di lavoro, con opportuna ricostruzione delle loro fasi evolutive e valorizzando le soluzioni interpretative fornite dalla giurisprudenza. Particolare attenzione è rivolta al problematico sviluppo del processo di integrazione europea, che nel primo ventennio del Secolo XXI è messo a dura prova da seri problemi economici, finanziari e sociali e dalla pressione migratoria, rispetto alla quale gli Stati membri stentano a trovare risposte adeguate alle dimensioni e alla drammaticità del fenomeno e tardano ad adottare una strategia unitaria e di lungo respiro. L’attacco di taluni Paesi membri ai principi e ai valori costitutivi dell’Unione, e la disaffezione di parti dell’opinione pubblica ad essi, talora alimentata da partiti e movimenti politici di breve memoria e di mediocre cultura istituzionale, sono segni evidenti della crisi.

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Indice

  • Prefazione
  • Il processo d’integrazione europea dalle origini al recesso del Regno Unito dall’Unione Europea. La competizione irrisolta fra sovranità nazionale e sovranazionalità
    • Origini e caratteri delle Comunità europee. Sovranazionalità: nozione, natura ed effetti
    • Gli anni Sessanta e Settanta, tra fallimenti, compromessi e “piccoli passi”. I Piani Fouchet, la politica francese della “sedia vuota”, il compromesso di Lussemburgo, il Rapporto Davignon, il Rapporto Werner, il Rapporto Tindemans. Il primo ampliamento delle Comunità (l’Europa “dei nove”). Il Programma d’azione sociale della Commissione. L’adozione del Sistema Monetario Europeo
    • Gli anni Ottanta: iniziative, progetti, riforme. La Dichiarazione di Stoccarda. I Comitati Dooge e Adonnino. Il progetto Spinelli. L’Atto Unico Europeo. La Carta dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori. L’ampliamento della Comunità (l’Europa “dei dieci” e “dei dodici”).
    • Gli anni Novanta. Il Trattato di Maastricht. L’istituzione dell’Unione Europea e dell’Unione economica e monetaria. Dalla Comunità economica europea alla Comunità europea “senza aggettivi”. L’applicazione differenziata del diritto sociale europeo.
    • L’instaurazione dell’Unione economica e monetaria. Cenni e rinvio.
    • Le questioni emerse dalle procedure di ratifica del Trattato di Maastricht: in particolare la sentenza del Tribunale costituzionale tedesco (il Maastricht Urteil). L’ulteriore ampliamento dell’Unione. Il Trattato di Amsterdam
    • Il Trattato di Nizza (2000). La “Dichiarazione relativa al futuro dell’Unione”. La “Dichiarazione di Laeken” e il “Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa” (2004).
    • La mancata ratifica del Trattato costituzionale e l’Eurocrisi; il “periodo di riflessione”. L’ampliamento dell’Unione ad Est e a Sud (l’Europa “a venticinque” e “a ventisette” Stati).
    • Il Trattato di Lisbona (2007). Dalla Comunità all’Unione.
    • Il difficile processo di ratifica del Trattato di Lisbona.
    • L’Unione nella crisi e l’Unione divisa. Il processo di integrazione minacciato da rinascenti nazionalismi. La “porta girevole” dell’Unione: l’ingresso della Croazia e l’uscita del Regno Unito. Il complesso negoziato tra RU e UE. Conseguenze sui diritti e le libertà fondamentali.
    • Conclusioni. Teorie dell’integrazione. L’integrazione europea come processo. Il progetto di integrazione europea nel tentativo di composizione dei popoli d’Europa.
  • Principi, fonti, poteri. Rapporti tra diritto dell’UE e diritto interno
    • Introduzione. Fondamento giuridico e caratteri dell’Unione Europea. Obiettivi, competenze, poteri
    • Competenze normative: fondamento, principi, limiti. Basi giuridiche degli “atti giuridici”
    • Competenze esclusive e competenze concorrenti
    • Principi di sussidiarietà e proporzionalità
    • Competenze normative e discipline differenziate. Le “cooperazioni rafforzate”
    • Il quadro istituzionale della politica economica e monetaria
    • Il nuovo Patto di bilancio dell’Unione Europea e il Meccanismo europeo di stabilità (MES).
    • Iniziative volte a “completare” l’Unione economica e monetaria e a rafforzarne la “legittimità e la responsabilità democratica”.
    • Principi generali
    • Il sistema delle fonti nel trattato di Lisbona. Atti legislativi e non legislativi: criteri distintivi e rapporti tra fonti derivate
    • Principio del primato del diritto dell’Unione Europea
    • (Segue). Prevalenza del diritto dell’UE sul diritto nazionale. In particolare, i rapporti tra diritto dell’UE e norme interne, nel dialogo tra Corte di Giustizia e Corte costituzionale italiana
    • Efficacia del diritto dell’Unione: obblighi degli organi legislativi, amministrativi e giudiziari nazionali nell’applicazione ed interpretazione del diritto dell’Unione
    • Responsabilità dello Stato per violazioni commesse da organi giurisdizionali
    • Disapplicazione della legge nazionale e obbligo d’interpretazione conforme.
    • Tecniche legislative e “migliore regolazione” a livello europeo e nazionale. Better regulation, Refit e gold plating
    • Obblighi e responsabilità degli Stati (e degli enti territoriali)
    • Competenza degli enti substatali ad attuare il diritto dell’UE: principi e procedure nell’ordinamento italiano. Potere sostitutivo dello Stato. Condizioni e limiti (in particolare in materia sociale)
    • Diritto del lavoro dell’Unione Europea e diritti nazionali. Obbligo di risultato. Clausole ordinabili in “principio di non regresso”
    • Sanzioni e rimedi contro violazioni del diritto dell’UE
  • La politica sociale dell’Unione Europea
    • Premessa
    • Dalle origini all’Atto unico europeo. Principi, obiettivi e basi giuridiche sociali nei trattati istitutivi delle Comunità europee
    • La Politica sociale nel trattato Cee: natura e scopi. Una Comunità non “fondata sul lavoro” ma sulla libera circolazione del lavoro e dell’impresa. Conseguenze della mancanza di un principio lavoristico. Tecniche di armonizzazione funzionale
    • La transizione. Il “lungo sonno” del diritto sociale europeo e il suo “risveglio” col primo Programma di azione sociale (1974). L’alternarsi di fasi critiche e di iniziative volte al rilancio della Comunità negli anni Ottanta. La nozione di “spazio sociale europeo” e l’approccio minimalista alla legislazione del lavoro
    • La Politica sociale nell’Atto Unico Europeo. Ampliamento delle competenze sociali comunitarie e cauto riconoscimento del “dialogo tra le parti sociali”
    • La fase dell’integrazione sociale differenziata: a) la Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali (1989); b) L’Accordo sulla politica sociale (1991).
    • (Segue). Il Trattato di Maastricht e la politica sociale “a due vie”. Il Protocollo e l’Accordo sulla Politica Sociale (APS). Il passaggio al nuovo secolo tra progetto e disincanto: l’incompiuta fase “costituzionale”
    • La Politica sociale nel Trattato di Lisbona. Competenze e basi giuridiche; valori e principi sociali. L’art. 151, TFUE. Le politiche sociali e del lavoro tra armonizzazione nel progresso, armonizzazione minima e coordinamento dei sistemi e delle politiche nazionali. Il modello sociale europeo: nozione
    • (Segue). L’art. 153, TFUE. Competenze e basi giuridiche in materia sociale. Ruolo delle Parti sociali e del loro dialogo (cenni e rinvio al Cap. VI). L’art. 156, TFUE: cooperazione tra gli Stati membri e coordinamento delle politiche sociali nazionali
    • Le politiche per l’occupazione e le azioni “strategiche” europee. Il “metodo aperto di coordinamento” (MAC)
    • La “questione” dell’occupazione nel Trattato di Lisbona e negli sviluppi successivi. Dalla Strategia di Lisbona alla strategia “Europa 2020”
    • La legislazione sociale europea del secolo XXI nella competizione tra norme di armonizzazione e azioni di coordinamento, fra discipline vincolanti e misure incentivanti ed “esortative”. Il “moderno” ruolo del diritto del lavoro secondo la Commissione Barroso
    • (Segue). Dal “livello alto” di tutela agli standard minimi. Effetti sul rapporto tra tutele individuali e tutele collettive. Tecniche legislative: “better regulation” e “metodo REFIT”
    • Il rafforzamento della dimensione sociale nei programmi della Commissione Juncker. La “tripla A sociale” e il “Pilastro dei diritti sociali”
    • Conclusioni. Teorie e modelli dell’integrazione sociale. Rischi di scomposizione del “modello sociale europeo” ?
  • I diritti sociali fondamentali nell’ordinamento dell’UE
    • Premessa. Diritti fondamentali e diritti sociali
    • La mancanza di un ‘catalogo’ di diritti fondamentali nei Trattati delle origini. Conseguenze
    • Il procedere “angolare” dei diritti fondamentali nel sistema giuridico dell’Unione. La mediazione della Corte di Giustizia tra principi generali del diritto UE, diritti costituzionali degli Stati membri e principi internazionali
    • Le innovazioni del Trattato di Maastricht e gli adattamenti e sviluppi successivi (da Amsterdam a Lisbona). Il rispetto dei “principi comuni agli Stati membri” come fondamento dell’Unione
    • La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (o “Carta di Nizza”). Scrittura e struttura
    • Il cd. “protocollo di opt-out” sull’applicazione della Carta di Nizza alla Polonia e al Regno Unito
    • Distinzione tra principi e diritti nella Carta di Nizza e loro efficacia. Poteri del giudice (europeo e nazionale)
    • (Segue). Applicazione e interpretazione dei diritti enunciati nella Carta di Nizza. Obblighi delle istituzioni dell’Unione e degli Stati membri
    • La questione dell’adesione dell’Unione Europea alla CEDU in due atti e due bocciature (della Corte di Giustizia)
    • “Individuale” e “collettivo” nella Carta di Nizza. In particolare, il diritto di sciopero e il “diritto di negoziare e concludere contratti collettivi”
    • Contrattazione collettiva e limiti alla concorrenza. Orientamenti della giurisprudenza della Corte di Giustizia
    • Diritto di sciopero e libertà economiche fondamentali
    • La Corte di Giustizia come “supervisore” della salvaguardia delle libertà fondamentali?
    • La garanzia del rispetto dei diritti fondamentali e dello Stato di diritto. Procedure e sanzioni in caso di violazione da parte di uno Stato membro. Legittimazione ad agire. Reale efficacia. Nuovi meccanismi di controllo del rispetto dello Stato di diritto nell’Unione Europea
    • Conclusioni
  • Uguaglianza, parità e non discriminazione
    • Uguaglianza e non discriminazione come valori, principi e diritti fondamentali dell’Unione Europea. Ricognizione delle fonti
    • Il principio di parità tra donne e uomini nel diritto primario e derivato. Dalla non discriminazione salariale alla parità di genere
    • Non discriminazione e uguaglianza nella Carta di Nizza. In particolare: il diritto di sposarsi e di costituire una famiglia, il divieto di qualsiasi discriminazione; la tutela della famiglia e la conciliazione di vita familiare e vita professionale. Verso le “differenze indifferenti”
    • Non discriminazione e uguaglianza come principi e “politiche” dell’Unione. I diversi ambiti e gradi di tutela. Limiti all’estensione della tutela antidiscriminatoria a fattispecie non “nominate” nel Trattato e nel diritto derivato. Tecnica redazionale e ruolo integrativo della giurisprudenza della Corte di Giustizia. Principio di uguaglianza e giudizio antidiscriminatorio
    • “Oltre il giardino” delle discriminazioni in base alla nazionalità e al genere. Il divieto di discriminazione tra lavoratori a tempo parziale e a tempo determinato, e lavoratori “comparabili” a tempo pieno e a tempo indeterminato
    • La legislazione antidiscriminatoria dell’anno duemila (direttive 2000/43 e 2000/78). Gerarchia delle tutele e separazione degli ambiti di efficacia
    • Divieto di discriminazioni a motivo della “razza” o dell’origine etnica (Dir. n. 2000/43). Onere della prova. Tutela contro ritorsioni. Sanzioni. Assenza di una vittima e/o di un denunciante identificabile: irrilevanza
    • Divieto di discriminazioni nelle condizioni di lavoro e nell’occupazione (Dir. n. 2000/78). Il contributo della giurisprudenza della Corte di Giustizia sul divieto di discriminazioni basate su: orientamento sessuale, disabilità, età
    • (Segue). Il divieto di discriminazioni fondate sulla religione o sulle convinzioni personali. Il caso del “velo islamico”
    • La “colpevole” omissione del divieto di discriminazione basato sulle opinioni sindacali e politiche.
  • Partecipazione delle Parti sociali al processo di determinazione delle fonti del diritto del lavoro dell’Unione. Dialogo sociale e contrattazione collettiva
    • Il processo evolutivo dell’organizzazione sindacale nell’ordinamento dell’UE. Cenni introduttivi e rinvio
    • Il dialogo sociale nel diritto dell’Unione Europea. Processo evolutivo e caratteri
    • Dialogo sociale, negoziazione e contrattazione collettiva nel TFUE e nella Carta di Nizza. Inquadramento sistematico
    • Gli artt. 154 e 155, TFUE. Consultazione delle Parti sociali e “accordi europei”. La “via legislativa” e la “via contrattuale”. Efficacia dei contratti collettivi “vincolati” e dei contratti “autonomi” (o “liberi”).
    • Efficacia e validità degli accordi sindacali europei. Condizioni. Poteri della Commissione, del Consiglio e del PE
    • Capacità negoziale e rappresentatività delle Parti sociali europee nei contratti collettivi “vincolati”
    • (Segue). Rappresentatività delle parti sociali e ruolo del giudice. Conseguenze del sindacato giurisdizionale
    • Art. 153.3, TFUE. Il ruolo del contratto collettivo nell’adeguamento del diritto interno al diritto dell’UE
    • La contrattazione collettiva come diritto fondamentale (art. 28 della Carta di Nizza). Contenuto e titolari del diritto
    • Sviluppi del dialogo sociale europeo. In particolare il dialogo (e i Comitati) di settore
    • Brevi considerazioni conclusive
  • Coesione economica, sociale e territoriale. Aspetti giuridici e istituzionali
    • Note introduttive
    • Lo sviluppo del principio di Coesione: dal Trattato di Roma all’Atto unico europeo
    • L’istituzione di un “Fondo di Coesione”. Le prime riforme dei Fondi strutturali
    • I Fondi strutturali nell’intreccio fra Coesione economica e sociale e Programmi “strategici” europei. La riforma del 2006. Principi e criteri generali
    • La riforma del 2013: caratteri e finalità. Il contributo dei Fondi strutturali alla “crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” dell’Unione Europea
    • Gestione, attuazione e controllo dei Fondi. Competenze dell’Unione e degli Stati membri. Poteri, obblighi e responsabilità degli Stati. In particolare: accertamento e correzione delle irregolarità
    • (Segue). Poteri e responsabilità della Commissione. Sospensione dei pagamenti e rettifiche finanziarie.
    • Conclusioni
  • Bibliografia generale
  • Indice della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE)

Collana:
ISBN: 978-88-99565-73-2
Pagine: 434
Formato: 17 x 24 cm
Gianni Arrigo
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