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Questo libro è il risultato dello sforzo comune di studiosi, di assistenti sociali, di professionisti e di alcune laureate che hanno partecipato alle attività di ricerca del Laboratorio di Servizio Sociale del dipartimento “Culture e Società” dell’Università degli Studi di Palermo.
Le analisi e le testimonianze contenute nel volume dimostrano come le politiche nazionali ed europee, fortemente centrate su una logica securitaria, abbiano contribuito a costruire un clima sociale in cui il razzismo è diventato sistemico e strutturale.
Le conseguenze di questi processi sono drammatiche non solo per le persone migranti che sperimentano sulla loro pelle una condizione di assoluta marginalità, ma anche per l’intera società e per la tenuta del sistema democratico.
I saggi qui raccolti gettano luce sulle attuali forme di razzismo istituzionale e sulle ragioni per cui una fascia sempre più ampia di popolazione subisce, piuttosto passivamente, sia la campagna politico-mediatica incentrata sul “panico da migrazione”, sia il suono delle sirene della propaganda sovranista e xenofoba.
Se nelle pagine precedenti abbiamo messo in evidenza il nesso tra migrazione e sensazione di insicurezza, in quelle che seguono, sia pur brevemente, cercheremo di esplorare invece quello relativo alla percezione dei nostri rispondenti rispetto alla porosità del legame tra la criminalità organizzata e migranti stranieri. Da questo punto di vista, un dato sul quale fermare l’attenzione è quello che si riferisce alle risposte fornite dagli intervistati alla domanda «Secondo te, nel tuo Paese, quanto la criminalità organizzata beneficia degli arrivi dei migranti?». L’analisi differenziale delle risposte ci conduce a sottolineare alcune differenze significative tra i dati rilevati sull’intero campione e quelli ricavati all’interno del sottogruppo italiano. A rispondere che la criminalità organizzata beneficia “Molto o Abbastanza” dei migranti stranieri sono stati il 63,0% dei rispondenti dei paesi partner, a fronte invece dell’82,0% di quelli italiani.
A ben vedere, i dati della nostra ricerca dimostrano non solo l’efficacia del potere pervasivo dei media ed il nesso, tanto nefasto quanto indissolubile, tra il ceto politico e la stampa italiana, ma anche una certa responsabilità degli operatori dell’informazione i quali, frequentemente, reiterano modelli stereotipati di narrazione, contribuendo, più o meno consapevolmente, ad alimentare fobie e pregiudizi.
L’indolenza della politica, l’uso strumentale dello spettro della “invasione” degli stranieri, l’esistenza di un apparato mediatico complice e l’adozione di politiche securitarie – poste in essere per nascondere la frustrazione derivante dalla crescente povertà di strati sempre più ampi della popolazione – sono indicatori della volontà di ricostruire il legame sociale sulla base delle appartenenze esclusive piuttosto che sui concetti di cittadinanza.
€ 25,00 € 15,00
Saggio introduttivo. Gli spazi del razzismo
Michele Mannoia
Capitolo 1
Migrazioni e questioni politiche
Michele Mannoia
Capitolo 2
Migranti e ossessione securitaria. Il razzismo e la destra in Europa
Marco Antonio Pirrone
Capitolo 3
Migrazioni, rappresentazione mediatica e insicurezza sociale
Martina La Lumia
Capitolo 4
L’organizzazione criminale nigeriana tra tratta delle donne e mercato della droga
Alida Federico
Capitolo 5
Globalizzazione, fenomeni migratori e processi di espansione transnazionale delle organizzazioni criminali
Alida Federico
Capitolo 6
Chi sono i nostri custodi? Addestramento militare e nuovi guerrieri
Charlie Barnao
Capitolo 7
Ma che “razza” di crimine è? Alcune considerazioni sulla popolazione straniera nelle carceri italiane
Daniela Passafiume
Capitolo 8
“Wanted but not welcome”. Lo sfruttamento delle lavoratrici domestiche straniere in Italia
Maria Mezzatesta
Capitolo 9
Razzismo istituzionale e razzismo di strada
Michele Mannoia
Capitolo 10
La vita all’interno di un centro d’accoglienza. Prospettive differenti e bisogni comuni
Silvia Calcavecchio
Capitolo 11
Voci (che erano) al margine
Sonia Carrozza