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In psicoterapia il processo di guarigione e di cura del sintomo è un processo in cui le parti scisse di sé vengono reintegrate in un ordine più elevato di idee, che si genera per riconnettere e risolvere un acuto senso di sofferenza e disagio. Quando il sintomo non riceve cura e aderisce ad un significato specifico che, una volta cristallizzato, riorganizza profondamente la struttura interna dell’individuo, si trasforma in habitus. Attraverso l’habitus l’individuo si sente sé nell’esperienza più profonda della perdita di sé.
L’habitus consiste in un sistema di proprietà disposizionali, di capacità e inclinazioni, strutturatesi nel tempo, per cui dato un certo setting di condizioni (se) è possibile manifestare modi d’agire determinati (allora).
La dimensione dialettica del lavoro terapeutico conduce l’individuo alla possibilità di sperimentare lo spazio del vuoto e il tempo dell’attesa come luoghi di sé abitabili rendendo protagonista il processo di generazione di una versione inedita di Sé.
L’habitus
L’habitus si qualifica come una struttura intrapsichica che rappresenta l’organizzazione delle relazioni fra i livelli della comunicazione a partire dal suo punto di vista senza in ciò costituirsi in realtà solipsistica e relativista ma al contrario esponendone la dimensione intersoggettiva e sociale.
È un “sistema di disposizioni”, una configurazione di parti di sé risultanti da un’organizzazione che le dispone in aree in cui «lo spazio delle posizioni sociali si traduce in uno spazio di prese di posizione» (Bourdieu 2009).
Un sistema di disposizioni è una configurazione di narrazioni sistematica, unitaria e connotata da un’interconnessione delle parti volta a realizzare nel tempo proprietà o tratti che evolvono in caratteristiche stabili di organizzazione individuale attraverso il passaggio fra la pura potenza e il puro atto.
L’habitus consiste in un sistema di proprietà disposizionali, di capacità, inclinazioni, predisposizioni, che dati dei setting di condizioni (se) è capace di estrinsecare modi d’agire determinati (allora). Le proprietà presuppongono uno stimulus e delle condizioni di manifestazione che attivano la loro tendenza (Bigaj 2010). Per esempio, fragilità è la proprietà disposizionale propria di tutti quegli oggetti dotati di una struttura molecolare particolare tale per cui se l’oggetto è interessato da un urto sufficiente con un altro corpo, allora tale struttura molecolare risulta alterata in qualche punto e tale alterazione coincide con l’effetto fenomenico della rottura o dell’incrinatura dell’oggetto. La fragilità è una proprietà dell’oggetto anche in assenza di urti, dunque in assenza di stimoli e di condizioni di manifestazione.
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Presentazione
Introduzione
Premessa: il coraggio di abitare il sintomo
1. Caos e kosmos
2. L’habitus, struttura di sé
3. Nel vivo della pratica clinica
4. L’habitus in terapia: nuovi livelli di comunicazione
5. L’architettura interna
Conclusioni
Bibliografia